Teresa Celia Meschiati
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"Subito dopo il mio arrivo a La Perla venni portata nella camera di tortura, o stanza della `terapia intensiva'. Mi spogliarono e mi legarono mani e piedi con delle funi alle sbarre di un letto, cosicchè ero appesa. Misero un cavo elettrico sull'alluce dle mio piede destro. La tortura era applicata gradualmente, con due pungoli elettrici di due voltaggi diversi; uno da 125 volts, che causava contrazioni involontarie dei muscoli e dolori in tutto il corpo. Questo pungolo mi veniva applicato su faccia, occhi, bocca, braccia, vagina, e ano; un altro pungolo da 220 volts, chiamato la margarita, lasciava delle profonde ulcerazioni, che ancora ho, e provocava contrazioni violente, come se tutte le mie membra venissero strappate in una volta, in particolare i reni, le gambe, l'inguine ed i lati del corpo. Mi avevano anche messo uno straccio bagnato sul petto per aumentare l'intensità delle scosse.

Cercai di uccidermi bevendo l'acqua degli scarichi che tenevano in una tinozza per un'altra forma di tortura che chiamavano submarino, ma non ci sono riuscita.

L'intensità crescente dei pungoli elettrici andava di pari passo col sadismo dei miei torturatori. Erano in cinque, i loro nomi erano: Guillermo Barreiro, Luis Manzanelli, Jose Lopez, Jorge Romero, e Fermin de los Santos."

Testimonianza di Teresa Celia Meschiati.
Rapita nella città Cordoba il 25 Settembre 1976.
[File n° 4279]


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