Nelson Eduardo Dean
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"Una volta arrivati, ci misero in stanze diverse. Ancora con i polsi ammanettati dietro la schiena, bendato, e col sangue che scorreva copioso, ricominciarono a picchiarmi. Dopo mezz'ora mi portarono in una stanza al piano di sopra. Lì mi tolsero i vestiti, mi ammanettarono di nuovo dietro la schiena e cominciarono a gettarmi secchiate d'acqua. Poi mi misero dei fili elettrici intorno alla vita, al torace e alle caviglie. Legarono una corda o una catena alle manette e tirarono le braccia più in alto che poterono senza slogarle. Restai in quella posizione, letteralmente appeso a circa 30 centimetri dal pavimento, per un lasso di tempo che non è possibile quantificare in ore, ma solo in dolore. L'immenso dolore provocato da questa forma di tortura fa perdere la cognizione del tempo.

Poi i torturatori allungarono la corda di circa 20 centimetri, abbastanza da permettermi di toccare il pavimento con qualche difficoltà, e dare un po' di riposo alle braccia,- in realtà, il riposo era solo illusorio, perchè quando riuscivo a toccare il pavimento, riceveo delle scosse elettriche. E' davvero difficile mettere in parole l'agonia provocata da quelle scosse. Credo che potrei offrirne solo un'immagine che sarebbe una tragica caricatura. Due cose possono dare un'idea; alcuni avvenimenti fisici e alcune sensazioni. Per quanto riguarda gli effetti fisici, credo che ce ne siano due che possono farvi capire l'intensità delle torture:
(a) Dopo la tortura, le piante dei piedi erano bruciate, e si formavano strati di pelle dura che si staccavano in seguito. Ovviamente la pelle veniva bruciata dalle scosse elettriche.
(b) Quando venivano applicate le scosse, si perdeva completamente il controllo dei propri sensi, con la conseguenza di vomitare in continuazione e defecare quasi in continuazione.

Per quanto riguarda le sensazioni, l'elettricità comincia a risalire nel corpo. Tutte le parti su cui sono posti i cavi danno la sensazione di essere strappate dal resto del corpo. Perciò, all'inizio, si sente come se fossero i piedi che vengono strappati via, poi le gambe, i testicoli, il torace, etc.

Queste sessioni di tortura andavano avanti per cinque giorni, crescendo in intensità. Negli ultimi giorni usarono tutti i metodi che ho descrtto, e in più inserirono dei cavi nell'ano, sui testicoli e nel pene. Queste torture andavano avanti in un quadro infernale; alcuni torturatori bevevano, altri ridevano, picchiavano e insultavano, cercando di farmi dire i nomi degli uruguayani che vivevano in Argentina e che si opponevano al governo del mio paese.

Notai che alcuni ufficiali dell'esercito uruguaiano partecipavano direttamente a questi interrogatori e alle sessioni di tortura. Alcuni dicevano di appartenere ad un gruppo chiamato OCOA (Organizzazione Coordinatrice delle Operazioni Antisovversive). "

Testimonianza di Nelson Eduardo Dean, Uruguaiano, sposato,
rapito alle 22 nel distretto di Almagro a Buenos Aires il 13 Luglio 1976.
[File n° 7412.]


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