Un altro torturatore rivela orrori della Guerra Sporca argentina
LA JORNADA, Mexico, 2 Luglio 1995
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Tradotto da Otro torturador revela horrores de la guerra sucia en Argentina
Di Stella Calloni, Buenos Aires.

... nel frattempo, tormentato dalla tragedia a cui aveva assistito e preso parte, il sergente della gendarmeria Pablo Caraballo testimoniò sui voli della morte, le torture e gli omicidi commessi durante gli anni '70 a El Campito - un campo di concentramento che aveva operato sotto la scuola militare di Campo de Mayo, a pochi chilometri da Buenos Aires.

In una corte di giustizia, Caraballo rivelò che oltre ai quasi 3000 prigionieri politici che passarono per El Campito, un gran numero furono torturati e pestati a morte o uccisi con uno sparo alla nuca. Ha anche riferito alla corte di detenuti che sono stati gettati in mare dopo essere stati drogati, dicendo che "in alcuni casi le vittime avevano il ventre squarciato, in modo da affogare ed essere divorate dagli squali più velocemente".

Guarda nel vuoto, Caraballo, attualmente sotto psicoterapia, e confessa che esistevano liste di militari disposti a adottare bambini nati in prigionia. "Le detenute incinte ricevevano trattamenti particolari fino al parto. Dopo la nascita, le madri venivano uccise e i bambini dati via".

Caraballo ha detto di aver voluto prendere un bambino la cui madre "era molto brutta, e pertanto destinata ad essere uccisa con il bambino, poiché tutti pensavano che sarebbe stato brutto". La donna, di circa 36 anni, "era stata trattenuta a El Campito per un lungo periodo e soffriva per la gravidanza. I suoi amici le facevano fare esercizio per alleviare i dolori del parto. Mi ha realmente sconvolto che avesse fatto tutti quegli esercizi per poi essere gettata da un aeroplano con il suo bambino, che non è mai nato".

"Un giorno, quando non ero di guardia a El Campito, questa donna incinta fu portata a un "volo" insieme ad altri prigionieri. Chiesi del suo bambino nonostante ne avessi di miei, perché pensavo che sarebbe stato un peccato ucciderlo".

Secondo le relazioni disponibili a La Jornada, Caraballo si è affidato alla Asociación de Abogados (Associaizone degli Avvocati) perché lo rappresentassero dinanzi alla Camera Federale, per essersi arruolato nel 1961 come musicista e congedato quattro anni dopo. Raggiunse allora un'orchestra dello Squadrone di Sicurezza della Gendarmeria di Buenos Aires. Sebbene non fossero stati coinvolti nelle attività militari, furono messi di servizio, nel 1977, assieme ad altri sergenti, come guardie del centro segreto di Campo de Mayo. Allora il centro di detenzione era sotto il comando di Santiago Omar Riveros, successivamente associato alla CIA e ai Contras in Nicaragua.

Il comandante in capo di Caraballo era il colonnello Ezequiel Verplaetsen, che normalmente visitava il centro una volta alla settimana, gli altri comandanti erano il tenente colonnello Bosso, il capitano Garcia Gambón e un comandante della gendarmeria di nome Hilario Corvalán. Caraballo assistette personalmente all'uccisione di prigionieri ai quali Bosso sparava alla nuca dopo averli torturati.

"Sento quelle grida la notte e non c'è un giorno che passi senza quel ricordo. C'erano molte persone giovani tra i 14 e i 16 anni. Il centro poteva contenere circa 300 persone e il personale del campo teneva conto dei prigionieri. Quando il numero di prigionieri era eccedente le capacità del centro, i prigionieri erano eliminati per fare spazio ai nuovi arrivati. Alcuni arrivavano in camion o auto, come Oscar Steinmberg e García (desaparecidos), due soldati ancora in uniforme. Altri erano portati con camion. Venivano pestati mentre li portavano al campo. Erano contati e ognuno aveva un numero. Quando i torturatori arrivavano, i prigionieri erano chiamati per numero, 25 o 30 o 50, e portati a un piccolo edificio ricoperto con bitume. Era terribile per tutti. I detenuti erano tenuti su tre lettini di zinco, legati al collo con una catena pesante e incappucciati".

Caraballo fu allontanato dopo aver distrutto un'auto di proprietà di un prigioniero, cedutagli da un superiore. "Non fui congedato per aver guidato un'auto rubata, ma perché ho detto alla polizia che l'auto era di El Campito e fui perciò accusato di aver rivelato segreti militari".

Si incontrò con i capi della polizia per riferire ciò che aveva visto, ma successivamente riuscì a contattare l'Asociación de Abogados (Associazione degli Avvocati), che ora richiede la riapertura del processo per investigare sulla violazione dei diritti umani a Campo de Mayo, cosa che è già accaduta per la Scuola di Meccanica della Marina (ESMA).

"Volevo essere un musicista, e ho finito per vivere quest'incubo", dice Caraballo, la cui storia si è aggiunta alle rivelazioni di orrori di quest'anno, pubblicate a marzo dall'ex capitano di marina Adolfo Scilingo - attualmente sotto custodia della polizia e in attesa di processo per malversazione - e ad aprile dal sergente Víctor Ibañez, che ha anche testimoniato sulla tragedia di Campo de Mayo.



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